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Segno/Scrittura

Nel dopoguerra, in un clima di rinnovamento e di ripensamento dei linguaggi, attorno alla disputa tra le definizioni arte astratta e arte concreta sancita a Milano dalla mostra Arte astratta e concreta svoltasi nel 1947 a Palazzo Reale, emerge praticamente quale unica artista donna protagonista di quella congiuntura, Carla Accardi, esponente del Gruppo Forma, nato a Roma proprio in risposta alla mostra milanese. Si definisce quindi una via nuova all’astrazione, libera da ricordi narrativi, incentrata sul libero fluire delle forme nello spazio mentale dell’artista. Il segno-scrittura delle opere della Accardi dei primi anni Cinquanta rivela un modo personalissimo e individuale per esprimersi attraverso il colore e la forma, che anche altre artiste porteranno all’attenzione del mondo dell’arte negli anni seguenti, come è dimostrato dalle opere di Irma Blank e di Betty Danon. Si tratta di superfici che presentano tracce, mostrano una sorta di pittura-scrittura che non è descrittiva, ma evocativa: una trascrizione di segni vicini alla parola scritta o alla scrittura musicale. La non figurazione nel segno è per queste artiste un’estensione e concretizzazione del proprio Io in cerca di un dialogo alternativo alla parola e all’immagine con l’Altro.